E tu, che Stile di Coping sei?

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Eviti di affrontare le situazioni stressanti o adotti strategie per orientarti a risolverle? Gestisci l’impulsività o tendi ad agire in modo automatico?

Lo stile di coping fa riferimento alla modalità che ciascuno di noi utilizza quando si trova a gestire situazioni di forte stress. In passato, il coping era considerato un aspetto stabile della personalità e quindi non modificabile. Studi successivi hanno evidenziato come in realtà lo stile di coping possa essere flessibile e mutabile a seconda della situazione in cui si trova la persona. Non solo, anche l’esperienza gioca un ruolo chiave nel modificare il modo in cui si affrontano le difficoltà: la persona infatti “apprenderebbe” dalle proprie esperienze, imparando ad adottare strategie più funzionali in base alle proprie disponibilità personali.

Secondo i più recenti studi sul tema, il coping viene considerato un processo dinamico che nasce da interazioni e si sviluppa quando il soggetto è messo fortemente alla prova da eventi critici: è quindi costituito da molti aspetti, come la valutazione cognitiva dell’evento, le reazioni di disagio, il tipo di risorse personali e sociali, gli sforzi di coping propriamente detti e gli esiti a breve e a lungo termine di tali sforzi (Sica, Magni, et al., 2008). In questo modo viene messa in risalto la natura ciclica e cumulativa del processo, con una influenza reciproca tra gli elementi coinvolti (Lazarus, 1996).

  • Quali e quante sono le strategie di coping?
  • Cosa li rende efficaci o meno?
  • Come e quanto sono modificabili?
  • Quali fattori influenzano la scelta del coping adottato?

Queste sono alcune delle questioni che evidenziano la complessità di un tema ancora aperto. Quando parliano di coping dobbiamo pensare a tutte le azioni, i comportamenti, le decisioni, le strategie mentali ma anche le emozioni che un individuo “attiverebbe” per affrontare un evento stressante. Ma a cosa servono realmente i coping?

Diversi studiosi concordano nell’individuare due principali funzioni base delle strategie di coping: la prima è ridurre il rischio di conseguenze pericolose o dannose sulla persona dovute proprio alla situazione stressante; la seconda, contenere le reazioni emozionali negative (Sica et al., 2008). In entrambi i casi la persona attiverebbe modalità e strategie orientate al problema. Successivamente sono state individuate altre dimensioni che si possono sintetizzare in strategie di evitamento (“fuggire dalla situazione stressante”), stile di coping orientato al sostegno sociale (“cercare comprensione negli altri, chiedere informazioni”), attitudine positiva/ottimismo (“accettazione e pensiero positivo rispetto agli eventi”) ed orientamento trascendente (“affidarsi alla religione”).

Le strategie di coping hanno un ruolo fondamentale sul nostro benessere psicofisico (si v. Zani e Cicognani, 1999). Ma non tutte hanno lo stesso beneficio. Alcune ricerche hanno messo in evidenza come le strategie di evitamento siano maggiormente correlate con il disagio emotivo mentre l’attitudine positiva e l’orientamento al problema siano correlate ad un maggior benessere e ad un minor disagio. Ci sono quindi strategie di coping adattive e altre meno. Quelle adattive aiutano la persona ad affrontare le difficoltà creando anche una sorta di “buone abitudini” che alimentano positivamente il cervello. Quelle disadattive (ad esempio, evitare di affrontare una situazione o all’estremo, utilizzare sostanze come droghe, alcol, etc.) apparentemente sembrano aiutare la persona, in realtà, nel tempo sono disfunzionali in quanto non le permettono di vivere serenamente. Si potrebbe ipotizzare che le strategie disadattive più che permettere alla persona di affrontare l’evento, garantiscano una specie di “sopravvivenza” ovvero consentano di “sopportare” nel breve tempo una situazione particolarmente stressante, creando l’illusione di averla risolta.

In generale, di fronte alle situazioni stressanti è importante: 1) saper riconoscere ed essere consapevoli delle proprie strategie di coping (adattive o non adattive?); 2) sviluppare delle modalità/strategie funzionali ovvero che aiutino a risolvere le difficoltà nel lungo tempo, permettendo così di vivere serenamente.

 

BIBLIOGRAFIA

Lazarus R.S. (1996) Psychological stress and coping process. New York: McGraw-Hill.  

Sica C., Magni C., Ghisi M., Altoè G., Sighinolfi C., Rocco Chiri L., Franceschini S. (2008) Coping Orientation to Problems Experienced-Nuova Versione Italiana (COPE-NVI): uno strumento per la misura degli stili di coping. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale – Vol. 14 – n. 1 • 2008 (pp. 27-53). Edizioni Erikson – Trento.  

Zani B., Cicognani E. (1999) Le vie del benessere. Roma: Carocci.